Alla montagna non basta una legge: servono certezze
La montagna e il topolino. C’è l’impronta della vecchia favola di Esopo, nella legge sulle Terre Alte appena varata dal Parlamento: attesa lunga trent’anni per partorire un provvedimento formato bonsai, che sancisce principi sacrosanti ma senza gli strumenti adeguati per tradurli nella pratica. A partire dai soldi: 200 milioni l’anno per tre anni sono di fatto spiccioli, da ripartire tra i 3538 Comuni montani del Paese, quindi con una media di 170 mila euro ciascuno da qui al 2027. Denaro con cui, secondo la legge, bisognerebbe mettere mano a scuola, sanità, infrastrutture, agricoltura, rete internet. Risorse, oltretutto, solo di carta e sulla carta: per renderle operative mancano i decreti attuativi, uno dei punti dolenti delle pubbliche casse. Basti ricordare che a oggi a Roma ce ne sono in sospeso 552, frutto degli ultimi quattro governi, bloccando........
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