«Napoli liberata», la nuova tesi: gli Alleati costrinsero una città a prostituirsi
Nel saggio di Keith Lowe testimonianze trovate nei diari dei militari e documenti negli archivi degli eserciti. Acquario, la «bugia» dei pesci mangiati
«Per avere una donna basta una scatoletta di carne». «I bambini ci avvicinano per strada tentando di venderci le madri o le sorelle». Keith Lowe nella sua Napoli liberata racconta una città che non fu affatto liberata ma occupata dagli Alleati. Il primo ottobre del 1943 inglesi e americani vi erano entrati senza sparare neppure un colpo, i tedeschi erano andati via, cacciati da unâinsurrezione spontanea e rabbiosa. à una visione in parte nuova quella che ci dà Lowe che ha spulciato diari di combattenti e archivi militari trovando documenti che spesso, nella loro stringatezza, raccontano di una realtà drammatica, oltre ogni umana dignità . Idealmente è un seguito alla «Pelle» di Curzio Malaparte o a «Naples 44» di Norman Lewis. Come nel primo libro gli alleati sono la peste, i corruttori, quelli che favoriscono inflazione, mercato nero, prostituzione e che provocano i comportamenti più abietti in una popolazione falcidiata dalla fame, dal tifo, dalle malattie veneree. Così nel secondo emerge un popolo disperato ma pieno di dignità che gli «occupanti» non capiscono.
Nel saggio di Lowe è interessante come quegli anni, dal 1943 al 1945, vengano visti con gli occhi dello straniero che non riesce a comprendere il perché di alcune cose. «Le quattro giornate di Napoli - scrive - rappresentano uno degli episodi più eroici della guerra (â¦). Se a quel punto ai napoletani fosse stato consentito di riorganizzarsi, la storia della città e di tutto il paese sarebbe potuta essere completamente diversa. Ma lâarrivo degli Alleati strappò subito tale possibilità ». E poi: «Il periodo della guerra a Napoli è stato raccontato da eccellenti storici (cita tra gli altri Guido DâAgostino, Gabriella Gribaudi, Paolo De Marco, Giuseppe Aragno, ndr) ma chissà perché non è........
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