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A Pompei dopo l'eruzione del 79 d. C. tornò la vita: «Una favela tra le rovine»

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06.08.2025

Nuove tracce dell'insediamento umano precario e disorganizzato emergono dal cantiere dell’Insula Meridionalis. Zuchtriegel: «Aspetto a lungo trascurato perché ci si è concentrati solo sul ritrovamento di affreschi e arredi sepolti»

Prima una città prospera e popolosa, poi una distesa di cenere su vita e ricchezza, in seguito una sorta di moderna favela. Avrebbe cambiato volto nel giro di pochi anni, Pompei. Dopo l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che rase al suolo la città, molte persone vi avrebbero fatto ritorno, mentre altre avrebbero deciso di fermarcisi per la prima volta. Sarebbe nato così un nuovo insediamento, sulle rovine, che non aveva però infrastrutture e servizi tipici di una città romana dell'epoca: si viveva in condizioni precarie, come accade tutt'oggi negli agglomerati ai margini di alcune grandi città. È questo lo scenario, suffragato da ipotesi già avanzate in passato, che sembra ora delinearsi con maggiore chiarezza grazie a dati e tracce emersi nell’ambito dei lavori di «Messa in sicurezza, restauro e consolidamento dell’Insula Meridionalis di Pompei», come racconta un articolo appena pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei. 

Ma chi erano le persone che........

© Corriere del Mezzogiorno