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L'analisi Riconoscere la Palestina? Ecco perché non basta

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La bandiera della Palestina - ANSA

Mentre si è avviato un tardivo e insufficiente tentativo di alleviare la catastrofica emergenza umanitaria a Gaza, la vicenda dello “Stato palestinese” è già diventata un unicum nella storia mondiale. Esso dovrebbe esercitare la propria sovranità sulla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza, in base ad accordi internazionali e risoluzioni delle Nazioni Unite. Sulle 193 nazioni presenti all’Onu, 147 lo riconoscono ufficialmente e altre si apprestano a farlo. Ma se l’Autorità nazionale palestinese (Anp), nata dopo gli accordi di Oslo firmati da Yitzhak Rabin e Yasser Arafat nel 1993, è oggi formalmente preposta all’amministrazione civile, di fatto i due tronconi di territorio non collegati e per gran parte occupati militarmente da Israele dal 1967, ora rischiano paradossalmente di perdere ogni residua autonomia. Proprio quando l’Europa, di fronte alla carestia a Gaza provocata dall’offensiva di Tel Aviv, ha rotto gli indugi e, seppur in ordine sparso, ha deciso di sostenere ufficialmente l’entità statuale che oggi ha sede a Ramallah, la morsa su ciò che incarna uno Stato, al di là delle dichiarazioni di principio, sembra stringersi ogni giorno di più.

Solo gli Stati Uniti, ormai, rimangono ostili a un passo diplomatico che ha forte valenza politica e simbolica, ma di fatto non rappresenta, oggi, un’autentica svolta nella tragedia che........

© Avvenire