Una riflessione sui pensieri polarizzati e social nella cultura democratica
Chi teme le parole e ancora di più i pensieri? Ci si può scusare per le parole e a volte si deve. Lo stesso non vale per i propri pensieri. Fermo restando che le idee poco profonde si possono rivelare dei boomerang. In un’epoca di social il flusso delle idee è a una svolta. Libertà di pensiero e di parola o ritorno all’ Ancien Regime? Questa radicalizzazione e la seguente polarizzazione in atto intensificano gli scontri sui social in giro per il mondo.
C’è chi accetta che il mondo non ruota intorno a noi (chiamiamola apertura alla libertà di pensiero e di espressione) e chi invece è mosso da impulsi più reazionari (di qualsiasi colore) e vede in questa galassia di un mondo è bello perché’ è vario un pretesto. Per taluni, meglio un mondo totalmente organizzato e manipolabile. Qui si usano due leve: paura e demoralizzazione (inclusa la vergogna). Dittature di qualsiasi colore lo hanno sempre dimostrato. Non esiste principio di reciprocità. È questo che si sta delineando nelle notizie, contrapposizioni, ricatti e attacchi alla libertà di pensiero ed espressione che trapelano. La libertà, interna o esterna che sia, è uno stato scomodo che richiede coraggio e self-control. Le idee, specie quelle che non condividiamo, meritano ancora più ascolto purché’ civili.
Se vivi nella paura e senza speranza di migliorare accetti quasi tutto. Diventi unità produttiva a latere della sopravvivenza. Non percepisci la tua ricchezza come persona. Non cerchi chi ti governa ma accetti passivamente chi ti gestisce. Anche perché, basta ribadire cinicamente che così va il mondo e non esistono alternative come dei mantra. L’indole reazionaria funziona così. Essa si annida dietro a titoli e direttive (ma non sono i titoli a dare lustro alle persone bensì il contrario). Tuttavia in molte società ‘avanzate’ la democrazia ha lasciato il segno in qualcosa, ovvero le armi per difendersi da derive pericolose. Centri indipendenti mostrano che dove vi è benessere e cultura, la democrazia non viene mai del tutto a meno.
Le nostre idee, per quanto strampalate e variegate, sono semplicemente questo: pensieri nell’angolino della mente. Momenti individuali che possiamo scegliere di condividere o meno. Pensieri che se non vengono esplicitati rimangono ignoti. Perché’ temere le idee?
Nel caso di buone idee collettive il discorso si fa pernicioso. Potrebbero diventare una comunicazione o qualcosa di più, una credenza comune. Una volta messe in atto, ciò potrebbe addirittura sfociare in un progetto che potrebbe funzionare. Questo può mettere paura all’ indole reazionaria. Ansia di controllo, sapere che........
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