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‘La Marcia della Follia’, tra eventi e lezioni di ordinaria follia

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01.11.2025

Giungono presso la email, sancta sanctorum del nostro collegamento al mondo esterno, notizie divergenti ma altrettanto peculiari.
La prima viene dalla pacifica e civile Danimarca, una monarchia costituzionale altamente democratica, per anni associata al progresso e alla civiltà. Si richiede a ogni giovane tra i 6-16 anni di fare una settimana di corso sull’empatia verso gli animali. Sulle prime, l’idea sembrerebbe più che ragionevole e civile. Senonché…
A ragion veduta ci si pongono domande di ordine cinico. I bambini, salvo casi di psicosi e sociopatia accertate clinicamente, non dovrebbero già nascere con tale predisposizione? Seconda domanda, perché’ ciò deve avvenire tramite la scuola o le organizzazioni? Nel senso, la famiglia e la società –famiglia allargata- non sono più tenute a dare valori di base? Il che ci porta a come viene vista e vissuta la scuola educatrice dal mondo oggigiorno.
La scuola diventa il posto dove scodellare la propria prole (investimento futuro come un tappeto persiano senza la vicinanza empatica che richiede la scelta coraggiosa di fare e guidare dei figli). A causa di tecnologie varie, insegnanti di ogni ordine, grado e credo religioso riferiscono di cambi generazionali veloci e sempre meno educati. Ragazzi buoni nell’impasto di base ma che faticano a riconoscere l’adulto. Svegli ma un po’ distratti e svogliati. Più alti di prima, ma molto meno maturi nello stare al mondo. Il termine corretto sarebbe ineducazione (alla vita). Quindi anche in presenza di un possibile Rota virus i discenti vengono ‘mollati’ per poi pretendere: tutto e il suo contrario. Lamentarsi diventa un’ ospite invisibile. Difficile immaginare in questo set un risvolto collaborativo scuola – famiglia.
L’unica consolazione è che gli insegnati bravi sanno ancora ‘tenere le classi’. Quelle figure mitologiche, deprecate e sottopagate, racchiudono una conoscenza esoterica tale da gestire ciò che le famiglie negano all’evidenza. Sono timonieri navigati in grado di portare la barca in porto. Le famiglie non hanno tempo né energie. Non hanno tempo di educare, ascoltare, stragli vicino senza intromettersi. Mentre per lamentele futili e critiche via chat sì. Specialmente dopo la pandemia, vi è una maggiore curvatura spazio-tempo.
Vediamo se abbiamo capito la contraddizione. I figli si fanno ma sta ad altri crescerli ed incanalarli nel giusto cammino senza che si noti, il buon genitore è paladino in una guerra pirica. Un cavaliere medievale a spada tratta senza forse e senza ma. Di conseguenza starà ai poveri relitti dei docenti danesi insegnare ai pargoli perfetti a non mettere un petardo in bocca al gatto mentre prende il sole. Visualizziamo la scena come fosse Woodstock. Mammina corre con due kili di trucco, acchittata da sedicenne con borsa all’avambraccio (chi lavora la mette in spalla). Redarguisce Erik. “Accidentoli! Non si fa, sei quasi un ometto. L’anno prossimo farete un corso di empatia a scuola al posto di geografia, tanto la........

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