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Neo-Panzer al posto delle Volkswagen

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17.04.2025

Cazzago Brabbia. Giorgetti: «Il riarmo non sia a scapito della sanità e dei servizi pubblici». La domanda è legittima: chi paga davvero le grandi scelte europee? E cosa succede quando la fabbrica sotto casa rischia di chiudere?

Nel pieno del dibattito europeo sul riarmo e sulla difesa comune, il nostro Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che da Cazzago Brabbia è salito fino al centro nevralgico dei conti pubblici europei, ha detto con lucidità: «Il finanziamento della difesa non potrà andare a scapito della sanità e dei servizi pubblici» (Il Sole 24 Ore). Un messaggio chiaro, che ci ricorda che ogni euro ha un destino. E che il bilancio pubblico non è una coperta elastica.

Difesa europea: chi spende, e perché. Il Parlamento tedesco ha approvato un investimento da oltre 100 miliardi di euro per riarmare il proprio esercito. Scelta nazionale, con debito sovrano. Obiettivo: raggiungere il 2% del PIL in spesa militare, come chiede la NATO. E allo stesso tempo una mossa per rilanciare la propria economia manifatturiera in profonda crisi, a partire dal settore dell’auto e indotto. L’Unione Europea? Per ora non ha una difesa comune. Ma si discute della creazione di un fondo europeo per la difesa, con debito condiviso, acquisti congiunti, rafforzamento dell’industria continentale. Come per il Recovery Fund. Ma la domanda resta: chi paga? Con quali........

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