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Donne della Resistenza: le storie da ricordare

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Secondo l'Anpi, circa 35.000 donne parteciparono attivamente alla Resistenza armata, mentre altre 20.000 svolsero funzioni di supporto. Solo una piccola parte di queste ha ottenuto riconoscimenti ufficiali. Nonostante il loro contributo fondamentale, infatti, molte donne della Resistenza non hanno mai ricevuto il riconoscimento che meritavano. Eppure i loro nomi dovrebbero essere scritti sui libri di storia.

Negli ultimi anni, anche grazie alla divulgazione di studi e pubblicazioni, come il lavoro di Benedetta Tobagi, vincitrice del Premio Campiello 2023 con il libro “La Resistenza delle donne”, la memoria delle donne partigiane ha cominciato a ricevere il riconoscimento pubblico che le era stato a lungo negato. Dalle staffette che attraversavano territori pericolosi per consegnare messaggi e armi, alle combattenti che affrontavano direttamente il nemico, il contributo femminile è stato determinante per la liberazione dell'Italia.

Erano giovanissime, spesso poco più che adolescenti. Le staffette partigiane hanno rappresentato l’anello invisibile ma essenziale della Resistenza. Senza di loro, i collegamenti tra le brigate, le consegne di messaggi cifrati, armi e viveri sarebbero stati impossibili. Viaggiavano a piedi, in bicicletta, sui treni locali o sui camion dei contadini, rischiando ogni giorno la vita.

Tina Anselmi a soli 17 anni entrò nella Resistenza come staffetta nella brigata Cesare Battisti: dopo la guerra diventerà la prima donna ministra della Repubblica. Irma Bandiera, giovane bolognese catturata dai fascisti, fu torturata per giorni ma non rivelò nulla. Fu uccisa e il........

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