La democrazia muore se le urne restano vuote
Nelle tornate elettorali di Calabria e Toscana sono andati a votare meno della metà degli aventi diritto. Le elezioni sono valide, per carità, mala partecipazione, nei Paesi liberi, è sempre stata tutto. Qualcosa si è rotto
Ma si può considerare ancora una democrazia se la maggioranza assoluta del popolo italiano non va più a votare? Abbiamo davanti agli occhi tre tornate elettorali in tre regioni assai diverse, le Marche, la Calabria e la Toscana, che hanno premiato i governi regionali uscenti: nelle Marche ha vinto la destra col presidente di destra, in Calabria ha vinto il centrodestra con un presidente di centro, in Toscana ha vinto la sinistra, più l’apporto marginale dei 5 stelle, con un presidente di sinistra. Ma in tutte e tre le regioni c’è un filo comune: la maggioranza dei cittadini non è andata a votare (nelle Marche si è arrivati al 50 per cento secco). Anche in regioni famose per l’alta affluenza elettorale, come la Toscana.
Ma si può ancora definire una democrazia se il popolo sovrano a maggioranza assoluta diserta le urne? Un tempo l’Italia era uno dei Paesi col più alto tasso di partecipazione politica ed elettorale. Si votava per tre grandi ragioni: per convinzione, per convenienza e per impedire la vittoria del nemico. Per convinzione, perché era forte la motivazione ideale e ideologica, oltre che politica. Per convenienza perché era diffuso il voto clientelare di scambio e il voto per interesse.........





















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