Ansia, la nuova pandemia. Come affrontarla senza cadere negli psicofarmaci
Al lavoro, ma anche in famiglia, per strada e sui social. Cresce l’inquietudine che ogni giorno ci attanaglia e mina la nostra salute mentale. Lo dice l’aumento degli accessi al Pronto soccorso, ma anche il consumo smodato di psicofarmaci. Che ormai aiutano gli italiani a vivere meglio con le loro paure.
Al lavoro, in famiglia, in strada, sui social. Proviamo ansia a stare in casa, ma anche a uscire, non parliamo poi di quella che ci assale quando vediamo i telegiornali tra dazi, guerre, eserciti, crollo delle Borse. Per colpa sua soffriamo di insonnia, cadiamo in depressione, diventiamo aggressivi o passivi al punto da rimanere paralizzati dalla paura del futuro o dalla sola idea di affrontare cambiamenti, viaggi, o qualsiasi elemento di novità.
È la nuova crisi sanitaria, che ci sta spingendo verso una vita a metà, e inevitabilmente anche verso gli psicofarmaci. Non è un problema solo italiano, se è vero come è vero che due delle serie tv più viste a livello mondiale, The White Lotus e The Pitt (e questi prodotti, si sa, ormai sono lo specchio dei tempi) girano attorno all’uso e abuso delle benzodiazepine, e a quanti effetti, anche disastrosi, possano avere sulle nostre vite e sulle decisioni che prendiamo. Del resto, i dati parlano chiaro: il rapporto Osmed sull’uso dei farmaci testimonia che gli ansiolitici sono i medicinali in fascia C (cioè pagati dai cittadini e non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale) per cui gli italiani spendono di più: tra benzodiazepine e simili se ne vanno circa 617 milioni di euro in un anno, più di quanto si paghi per il paracetamolo contro la febbre o per i farmaci per le disfunzioni erettili. Una cifra-monstre, ma con grandi differenze a livello regionale: infatti, i consumatori più voraci sono i liguri, i veneti e, in generale, gli abitanti del Nord Italia, mentre quelli meno ansiosi sembrerebbero essere i siciliani e i lucani.
Occorre però riportare il fenomeno nel giusto alveo: quello clinico. «Per quanto riguarda il nostro Paese», spiega Andrea Fossati, preside della facoltà di psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, «l’ultima mappatura ufficiale, cioè il report........
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