Comolli, il bilancio (e il giudizio) dei primi 60 giorni alla Juventus
Damien Comolli e le difficoltà nel costruire la nuova Juventus. Il manager scelto da Elkann paga gli errori del passato: gli esuberi pesano per 120 milioni di euro. Però anche lui è in ritardo in alcune scelte
Doveva essere l’Anno Uno (bis) della rifondazione, sta diventando l’estate dell’ennesimo Anno Zero e delle tante grane da risolvere in casa Juventus. Problemi caduti tutti sulla testa di Damien Comolli, uomo scelto da John Elkann per rimettere in ordine le cose alla Continassa, ancora sotto effetto dello tsunami della coda dell’era di Andrea Agnelli, del traghettatore Maurizio Arrivabene e del fallimentare tentativo affidato a Cristiano Giuntoli e Thiago Motta.
Anni costati tantissimo in termini di soldi, costringendo Exor a continui interventi per tappare le falle del bilancio evitando pericolosi stalli, e che hanno impattato in maniera importante sul rilancio sportivo di una squadra il cui ultimo scudetto risale all’ormai lontano 2020, targato Maurizio Sarri, e che da allora si è dovuta accontentare di una Coppa Italia conquistata dall’odiato Allegri. Il reietto chiamato ora dal Milan a costruire un futuro competitivo e vincente.
Dal 1° giugno, giorno dell’annuncio ufficiale dello sbarco di Comolli sul pianeta Juventus, al 30 luglio sono passati 60 giorni. I primi due mesi del manager francese alla guida della macchina bianconera che gli è stata affidata chiavi in mano e con pieni poteri perché la rimetta in carreggiata, dotandola di una nuova struttura manageriale e, a scendere, di una sostenibilità economica ancora lontana nonostante il miglioramento dei conti rispetto al tragico -200 del........
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