Esplosione di una casa nel Veronese: tre carabinieri morti durante una perquisizione | La diretta
Tre carabinieri sono morti e 25 tra militari, agenti di polizia e vigili del fuoco sono rimasti feriti nella notte di martedì 14 ottobre nell’esplosione di un casolare a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, avvenuta durante una perquisizione alla ricerca di armi ed esplosivi.
L'accertamento era collegato alla procedura di sfratto che pendeva da anni sui tre fratelli che occupavano l’immobile. A farla scattare, un precedente accesso che aveva rivelato la presenza di molotov sul tetto del casolare.
Le vittime sono tutte padovane: il luogotenente carica speciale Marco Piffari, 56 anni di Trebaseleghe, il carabiniere scelto Davide Bernardello di San Giorgio delle Pertiche, 36 anni, e il brigadiere capo qualifica speciale Valerio Daprà di Padova, 56 anni. Il primo apparteneva al Quarto battaglione Veneto di stanza a Mestre, gli altri due all’Aliquota di Primo Intervento del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Padova.
Secondo le prime ricostruzioni, alle 3.05 la casa era satura di gas e la deflagrazione è stata innescata da Maria Luisa Ramponi. La famiglia già in passato si era opposta allo sgombero.
I fratelli Dino e Maria Luisa Ramponi (ricoverata ora in terapia intensiva ma fuori pericolo) sono stati posti agli arresti subito mentre il terzo, Franco, che era fuggito, è stato trovato poco dopo e fermato.
Nell’abitazione i vigili del fuoco hanno trovato altre bombole e molotov. Il procuratore Tito: «Omicidio premeditato e volontario, valutiamo la strage».
Il cordoglio di Mattarella, Meloni e Piantedosi, Zaia decreta il lutto regionale. Bandiere a mezz’asta alla Camera e al Senato.
"Ricordo che ero sulla scalinata con lo scudo alto, poi in meno di un secondo un'esplosione, le macerie mi hanno schiacciato e poi il buio le urla". A parlare al Tg1 dal suo letto di ospedale è Domenico Martella, carabiniere 25enne, ferito durante l'intervento a Castel D'Azzano, nel Veronese, costato la vita a tre militari dell'Arma. "Ho avuto fortuna, sono qua adesso ma - aggiunge Martella - il pensiero va sempre a loro, a chi non c'è più". Tra questi il suo comandante, il luogotenente Marco Piffari. "È una tragedia immensa che non si può spiegare, anche per la persona che era".
"Marco è stato molto altruista, perché lui era sempre per gli altri, non si è mai tirato indietro davanti a niente e per l'Arma dei carabinieri ha dato tutto. Come si vede, perché purtroppo è deceduto", sono le parole commosse di Andrea Piffari, fratello del luogotenente cresciuto a Brescia e residente nel Padovano.
«Ho appreso con sconcerto e profondo dolore la notizia della morte dei tre militari dell’Arma dei Carabinieri, Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, Carabiniere Scelto Davide Bernardello e Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, travolti da un’esplosione durante un’operazione di sgombero in provincia di Verona, nella quale sono rimasti feriti anche altri operatori delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco.
In questa drammatica circostanza, esprimo la mia solidale vicinanza all’Arma dei Carabinieri e sentimenti di partecipe cordoglio ai familiari, insieme all’augurio di pronta guarigione agli operatori feriti».
"Un carabiniere ferito, a me e al comandante generale, ha detto: "Siamo carabinieri, sappiamo anche di dover rischiare". Questi sono i carabinieri". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, che all'ospedale di Borgo Trento a Verona ha fatto visita ad alcuni dei feriti nell'esplosione di Castel d'Azzano.
La sindaca di Castel d’Azzano, Elisa Guadagnini, spiega che i tre fratelli Ramponi «non erano seguiti e non si erano mai rivolti al Comune per chiedere aiuto, erano chiusi in loro stessi». Lo scorso anno, quando hanno manifestato per la prima volta il loro disagio, il Comune ha cercato di aiutarli con convocazioni, raccomandate e mediazioni, ma «hanno sempre rifiutato». Guadagnini sottolinea che «erano nati e cresciuti in quella casa ed erano decisi a rimanere», e che ogni tentativo di assistenza è stato respinto.
Maria Luisa Ramponi raccontava in un video di novembre pubblicato dal Corriere della Sera la drammatica situazione in famiglia.
Stanno bene i sette vigili del fuoco coinvolti nell'esplosione. Lo comunica il Corpo dei Vigili del fuoco. Dopo gli accertamenti sanitari, sono stati tutti dimessi dal pronto soccorso: "Il Corpo nazionale è vicino ai feriti di Carabinieri Polizia di Stato, con l'augurio che le condizioni di tutti loro possano migliorare in fretta", si legge in una nota.
Nel pomeriggio il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha visitato l’ospedale Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dove sono ricoverati due carabinieri feriti nell’esplosione a Castel D’Azzano. Accolto dal comandante generale dei Carabinieri, Salvatore Luongo, il ministro ha salutato i militari e i familiari. Uno dei due, trattato con terapia iperbarica e con una frattura al perone, potrebbe restare in ospedale; l’altro resta in osservazione. Altri due carabinieri erano stati dimessi in mattinata. Crosetto poi si è diretto a Borgo Roma. "Ci saranno funerali di Stato, tornerò per i funerali di Stato e a visitare i feriti". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, all'uscita dall'ospedale di Borgo Trento a Verona dove ha visitato alcuni dei feriti nell'esplosione di Castel d'Azzano. Non è ancora stata stabilita la data: "Non dipende da me, dipende dall'autopsia, dalla magistratura".Crosetto ha incontrato i familiari: "Si possono solo abbracciare, capiamo ciascuno di noi per aver vissuto un proprio dolore cosa possano vivere loro, ma il senso dell'ingiustizia di persone che muoiono in questo modo è difficile da colmare con qualunque parola. Dico sempre che le forze armate sono una famiglia ed è come perdere un pezzo di questa famiglia. Abbiamo persone che sono arrivate, preparate, uno avrebbe dovuto andare in Libano nelle prossime settimane, poi concludere la sua vita dopo aver servito 40 anni il Paese".
Anci Veneto accoglie l’invito del presidente della Regione e invita tutti i Comuni a esporre le bandiere a mezz’asta. L’associazione esprime profondo cordoglio per la tragedia che colpisce l’intera comunità veneta e italiana. Il presidente Mario Conte ha ricordato “il coraggio e il senso dello Stato” dei tre militari, sottolineando come il loro sacrificio richiami l’impegno quotidiano di chi indossa la divisa per garantire sicurezza e legalità.
Il Senato ha osservato un minuto di silenzio in onore dei tre carabinieri morti nella deflagrazione della palazzina nel veronese
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, ha chiesto al Consiglio dei ministri di rispettare un minuto di silenzio in memoria e in onore dei tre Carabinieri deceduti nell'esplosione di oggi a Castel D'Azzano. Inoltre, per le tre vittime sono stati deliberati i funerali di Stato e sarà dichiarato il lutto nazionale nelle giornate di oggi e nel giorno delle esequie.
Il comandante generale dei carabinieri, Salvatore Luongo, è arrivato a Verona. Prima si è recato nella caserma del comando provinciale Pastrengo dove ha incontrato alcuni carabinieri rimasti feriti nella notte nell'esplosione a Castel d'Azzano. In seguito farà tappe all'ospedale di Negrar, poi a Borgo Trento per incontrare altri uomini dell'Arma non ancora dimessi.
"La tragedia di Castel d'Azzano rende ogni parola superflua. Tre servitori dello Stato - il Luogotenente Marco Piffari, il Carabiniere Scelto Davide Bernardello e il Brigadiere Capo Valerio Daprà - hanno perso la vita mentre compivano il loro dovere, con quella dedizione silenziosa e quotidiana che è la forza più autentica delle nostre Istituzioni. In questo momento di dolore immenso, il mio pensiero va alle loro famiglie, ai colleghi feriti e a tutta l'Arma dei Carabinieri, che oggi piange tre uomini coraggiosi. La loro perdita è una ferita per tutto il nostro Paese. Che il sacrificio di Marco, Davide e Valerio non venga mai........
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