Palude Venezia, Agostini ai pm: «Boraso, politico vecchio stile. Pensa di far tutto senza regole»
«Conosco Renato Boraso da oltre 30 anni e ogni tanto veniva a parlarmi sia del “territorio” sia delle sue disavventure personali e familiari (. ..) L’ho sempre considerato un politico vecchio stile rispetto al territorio, che pensa di potere fare tutto senza rispettare delle regole. È complicato fare capire a Boraso la differenza tra il ruolo di indirizzo di controllo politico (previsto dagli enti locali) e il ruolo di gestione amministrativa che compete ai dirigenti e funzionari amministrativi. Peraltro, Boraso non era neppure assessore al ramo per la Polizia Locale».
Così, il 10 ottobre 2024, mette a verbale il comandante della Polizia Locale Marco Agostini, davanti i pubblici ministeri Federica Baccaglini e Roberto Terzo e agli investigatori della Guardia di Finanza dell’inchiesta “Palude”.
Oggetto dell’interrogatorio del comandante della Polizia locale quale persona informata dei fatti, è l’ormai noto pressing che lo stesso ex assessore ha ammesso di aver fatto sugli uffici, per modificare il bando di gara per la gestione delle multe legale al Codice della strada e introdurre modifiche che gli sarebbero state suggerite dall’imprenditore Stefano Comelato (è l’accusa che muove la Procura) che puntava a vincere quella gara triennale per la gestione delle sanzioni: in ballo 13 milioni di euro e 40 mila euro (è sempre l’accusa della Procura) per Boraso, in cambio del suo interessamento.
Il problema – come ha testimoniato anche il dirigente Gare e Appalti Marzio Ceselin («L’unico........
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