Venezia: in classe senza smartphone, i ragazzi non fanno drammi
Nelle aule, la prima cosa che colpisce all’occhio sono le Lim, le lavagne multimediali: nuovissime, anche grazie ai fondi Pnrr, e ultratecnologiche. Le stesse a cui, fino allo scorso giugno, gli studenti si collegavano con i loro smartphone, tramite piattaforme di apprendimento per fare quiz e testare la loro preparazione, con una didattica sempre più trasversale e innovativa.
Oggi, dopo la stretta del ministro Valditara che da questo settembre vieta l’uso dei cellulari in classe anche per scopi didattici, tutto ciò è diventato solo un ricordo, non più replicabile perché vietato dalla legge. La prima campanella è stata aspettata con il fiato sospeso: i nativi digitali sarebbero sopravvissuti senza smartphone in tasca? La risposta, dieci giorni dopo il ritorno sui banchi, è sì. Ad essere andati in crisi sono i docenti che, spesso, devono rivedere la loro didattica.
Un bel problema per i dirigenti scolastici che, da una parte, si trovano ad aver a che fare con la stretta imposta dalla circolare ministeriale e, dall’altra, a raccogliere dubbi e perplessità dei........
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