Venezia, borseggi e furti: fermati in duecento ma in cella solo quattro
Una guerra combattuta con le armi spuntate, ma che va portata avanti comunque. Le forze dell’ordine veneziane lottano contro la criminalità a forza di fermi e poi di daspo, di fogli di via, di provvedimenti alternativi, cercando così di compensare quel buco apertosi nelle procedure da quando la legge Cartabia ha tolto loro la possibilità di procedere d’ufficio contro un lungo elenco di reati “minori”.
Oggi, per far finire in cella un borseggiatore, serve la denuncia del derubato: ma questo è sempre un turista, e se anche lo straniero di turno si prende la briga di sporgere querela è impossibile che si ripresenti in tribunale per l’udienza numero due, quella a distanza di sessanta giorni, dopo la richiesta dei termini a difesa di qualsiasi legale d’ufficio. È successo di recente con l’americano a cui è stato portato via un Rolex da 20 mila euro e, chissà, forse anche ai Bezos, a cui potrebbero aver fatto sparire un vestito.
Con........
© La Nuova di Venezia
