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Dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, la mappa delle zone rosse a Nord Est: chi le applica e chi no

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Una regola comune non c’è, così come non esistono linee guida generali. Ogni capoluogo ha deciso di adattare le “zone rosse” alle esigenze territoriali. A Belluno non esistono zone rosse, ma alcune aree, come il parco Città di Bologna, sono monitorate per episodi di violenza e spaccio. A Padova, invece, sono state istituite zone rosse intorno alla stazione ferroviaria con controlli rafforzati e divieto di stazionamento per soggetti con precedenti. Trieste ha introdotto tre zone rosse per contrastare criminalità e degrado, con coprifuoco per i locali e divieto di consumo di alcol in alcune fasce orarie.

Daniela Stradiotto, ex prefetta della Polizia di Stato, esprime perplessità sull’efficacia delle zone rosse per la sicurezza. Servono più prevenzione e poliziotti di quartiere anziché divieti e militarizzazione

A Treviso si attende l'istituzione di una zona rossa attorno alla stazione, a seguito di episodi di violenza, incluse aggressioni da parte di baby gang. Udine ha individuato diverse aree critiche per furti, spaccio e risse, vietando l’accesso a soggetti pericolosi. A Venezia, un sistema simile è in vigore da anni, ma con il carnevale si sono aggiunte zone "super-rosse" con controlli intensificati in punti strategici come piazzale Roma e la stazione di Mestre. Ecco allora nel dettaglio la mappa con le regole a Nord Est. 

 

 

Libera da zone rosse. A Belluno non ce ne sono: non esistono aree della città in cui è vietata la presenza di pregiudicati o soggetti potenzialmente pericolosi. Lo conferma il questore Roberto Della Rocca che, pur essendo stato nominato a metà dicembre, conosce il territorio per essere stato in passato dirigente prima della Digos e poi della Squadra mobile. E secondo l'attuale capo della Mobile, Jacopo Ballarin non esistono nemmeno le baby gang in senso stretto.

C'è stato al massimo lo Steam bar di via Loreto chiuso dieci giorni, perché considerato un ritrovo di personaggi con precedenti e, comunque, è ancora pendente un ricorso al Tar con il quale il titolare contesta il provvedimento e chiede allo Stato 10 mila euro per aver dovuto buttare parecchia merce, tra birra e alimentari. Nella gestione successiva, il bar Loreto è stato chiuso 30 giorni per spaccio di droga e poi definitivamente per il divieto di dimora ordinato dal giudice per le indagini preliminari per i presunti responsabili.

L'area più attenzionata del centro è il parco Città di Bologna, dove al mattino si danno appuntamento gli studenti con poca voglia di andare a scuola e nel pomeriggio si radunano le comitive più turbolente. Che se non sono baby gang, poco ci manca. Gli episodi più gravi accaduti negli ultimi tempi, come il pestaggio di un noleggio con conducente e l'aggressione a un ragazzo di fronte al teatro Dino Buzzati devono essere state architettate nella zona verde. L'assessore alla Sicurezza, Raffaele Addamiano ha fatto togliere un gazebo, all'interno del quale si sospettava che si consumassero sostanze stupefacenti.

Spaccio di droga in via Sottocastello, la stradina che corre sotto piazza del Martiri e costeggia le vecchie mura. Sempre Addamiano ci ha organizzato un gazebo, che ha avuto almeno il merito di allontanare i pusher nei giardini alle spalle di Palazzo Rosso, la sede del Comune. Grande attenzione anche alla stazione ferroviaria e ai vicino parco dell'Artigliere da Montagna, dove possono arrivare o essere smerciate le sostanze illegali.

Udine e Trieste hanno deciso di adottare il provvedimento, valutazioni in corso a Padova e Treviso. Le modalità di intervento rimangono oggetto di dibattito, così come le implicazioni giuridiche

Il comune di Padova è stato il primo in Veneto ad aver adottato le........

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