L’addio a Gentilini con i big della Lega: camera ardente nell’atrio del Comune poi la salma in corteo a Treviso
“Dio patriae famiglia”, il suo credo, conclude l’annuncio funebre dell’epigrafe. Giancarlo Gentilini ha redatto personalmente il testo dell’estremo saluto ai trevigiani, quello per comunicare di aver spiccato il volo verso il regno dei Giusti», e chiedendo «non fiori ma opere di bene per amore dei miei cittadini».
E con i suoi cari – la moglie Maria con Mauro, i figli Antonio con Michela e Stefano con Cinzia, il nipote Francesco, gli altri familiari – nell’epigrafe che da ieri, 26 aprile, riempie i muri e le bacheche della città, e non solo (in quasi 200 esemplari), ci sono tutte le radici vittoriesi (le famiglie Gentilini, Bozzolo, Fasa, Piai-Ulliana) , la più grande famiglia delle penne nere – «gli alpini con l’Ana» – e quella delle associazioni combattentistiche e d’arma, «portatrici appunto del mitico messaggio “Dio, patria e famiglia”».
LE CAMERE ARDENTI E IL CORTEO........
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