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Addio all’ex procuratore Adriano Galizzi: il magistrato che non si piegava ai potenti

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30.08.2025

IL LUTTO. Scomparso mercoledì a 89 anni, 49 dei quali passati in toga. Ha diretto la Procura dal 2004 al 2010. I funerali in forma privata.

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«Sono fanfaluche...». Quando voleva essere contundente, Adriano Galizzi sfoderava un lessico démodé capace di suscitare sorrisi nell’interlocutore e che forse a lui serviva per diluire l’irritazione. Era di un’intelligenza elettrica e, durante le non rare intemerate, pareva che dalla sua chioma a raggiera si sprigionassero scintille.

Si è spento mercoledì 27 agosto alla Fondazione Carisma dove era ricoverato dal maggio scorso e dove è allestita la camera ardente (i funerali domani in forma privata). A dicembre avrebbe compiuto 90 anni, 49 dei quali passati in magistratura, per lo più in servizio a Bergamo: pretore, pubblico ministero, giudice civile, presidente della sezione penale del tribunale, responsabile dell’ufficio Gip-Gup e dal 2004 al 2010 procuratore. Un tragitto professionale a zig-zag che farebbe inorridire i sostenitori della separazione delle carriere e che lui ha percorso con perizia, preparazione e impegno, attraversando una stagione in cui, tra spietate batterie di rapinatori, rapimento Panattoni e terrorismo, fare il magistrato a Bergamo non era una passeggiata.

«Oddìo – sorride l’avvocato Roberto Magri, ricordandolo con affetto –, durante il primo periodo di applicazione del nuovo codice di procedura penale, che attribuiva al presidente del collegio meno funzioni, Galizzi aveva faticato a calarsi nel ruolo. Non spettava più al presidente fare domande........

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