Prevenzione, coraggio e tanto amore: «Così ho ripreso a vivere dopo il tumore»
LA STORIA. Donata Viscardi, due operazioni e la rinascita: «Con mio marito ho rivalutato cose che prima davo per scontate».
Accedi per ascoltare gratuitamente questo articolo
«La speranza - scrive Helen Keller - vede l’invisibile, sente l’intangibile e realizza l’impossibile». Questo è stato il filo che ha condotto Donata Viscardi, 61 anni, di Villa d’Adda, in un percorso difficile di malattia e rinascita, dalla diagnosi di tumore ovarico avanzato a una vita di nuovo felice, accanto alla sua famiglia, con la possibilità di veder crescere il suo nipotino Mattia.
«Se oggi sono qui e posso dare una testimonianza di coraggio e fiducia ad altre donne - sottolinea - lo devo ai medici bravi e competenti che mi hanno seguito nelle terapie, offrendomi professionalità ma anche vicinanza e sostegno dal punto di vista umano».
Ha avuto la prima diagnosi di cancro nel 2018 durante un esame di screening all’ospedale di Treviglio: «In quell’occasione ho capito quanto sia importante seguire i programmi di prevenzione - spiega -. Grazie alla mammografia i medici hanno individuato un nodulo al seno. Era ancora molto piccolo, perciò, l’hanno asportato con una quadrantectomia. Poi ho dovuto sottopormi ad alcuni cicli di radioterapia e a una cura ormonale. In quel periodo sono rimasta sotto stretto controllo medico ripetendo gli esami ogni sei mesi. Se non avessi aderito agli inviti per lo screening non sarei probabilmente riuscita a individuare il tumore così precocemente e a curarlo in modo efficace».
Nel 2021, in modo inaspettato, la malattia si è ripresentata con la forza di un uragano nella vita di Donata: «I valori dei marker tumorali, che negli esami precedenti erano sempre rimasti stabili, per la prima volta sono risultati fuori range. Non avevo particolari sintomi, forse un po’ di stanchezza, ma nel frattempo ero diventata nonna ed ero molto impegnata con il mio nipotino, perciò non ci avevo fatto caso. Mi sono rivolta al mio oncologo, il dottor Fausto Petrelli, che mi ha prescritto altri esami di approfondimento. L’esito purtroppo non è stato rassicurante: avevo un tumore ovarico di grosse dimensioni, che si era già diffuso in diversi organi del corpo. Ho capito subito che la situazione era complessa e grave. L’oncologo mi ha spiegato che in quel momento non era possibile intervenire chirurgicamente».
Non si può mai essere preparati a una notizia di questo tipo: «Mi sentivo impaurita e sopraffatta da quello che mi........
© L'Eco di Bergamo
