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Dall’incidente alle medaglie di Parigi: «Nella vita c’è sempre una speranza»

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31.03.2025

LA STORIA. Mirko Testa si racconta: lo sport come sfida e rinascita, i trionfi a livello internazionale in handbike e i giochi paralimpici.

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«C’è sempre una speranza, anche davanti alle difficoltà più grandi»: così Mirko Testa, 27 anni, di Grassobbio, campione paralimpico di handbike, racconta la sua rinascita dopo l’incidente, che l’ha reso paraplegico, avvenuto durante una gara di motocross nel 2018. Lo sport per lui è stato il motore di una trasformazione, come atleta e come persona: «Il desiderio di continuare a praticarlo mi ha dato la spinta per adattarmi a una nuova vita, e per guardare il mondo da una prospettiva diversa».

Come ha detto Alex Zanardi, grande campione paralimpico e modello per molti atleti, «la vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni». Anche per Mirko è stato così, fin dall’inizio della sua storia: «Da bambino ho praticato judo a livello agonistico per 8 anni, poi ho iniziato a correre in moto, cimentandomi nelle gare di motocross. Proprio in una di queste, quando avevo 21 anni, ho avuto un incidente che mi ha provocato una lesione midollare. Da lì è iniziata la mia nuova vita».

Non è stato facile: «Quando mi sono risvegliato e mi hanno detto che non avrei più camminato è stato drammatico. Ho capito di non avere scelta, potevo disperarmi quanto volevo, ma le cose non sarebbero cambiate». Mirko, però, non era solo: «Sono stato fortunato, perché i miei amici, la mia famiglia e lo staff medico mi sono stati molto vicini e mi hanno aiutato a capire che nonostante ciò che mi era successo la mia vita non era finita: avevo ancora molte possibilità, potevo girare pagina e andare avanti. Bastava imparare a fare le cose in modo diverso. Così ce l’ho messa tutta. Dovevo capire cosa e come farle».

Ci sono voluti pazienza, tenacia, tempo e tante energie prima di assimilare quest’idea: «Sono rimasto in riabilitazione per sette mesi. Grazie a fisioterapisti, medici e alla mia famiglia sono riuscito a ritrovare slancio e ricominciare. Ho scoperto il mondo dello sport paralimpico grazie ad Active sport, una società di Brescia. Con un progetto che si chiama sport-therapy è presente, infatti, negli ospedali per far conoscere le diverse discipline paralimpiche. Ne ho provate diverse e mi sono innamorato dell’handbike».

All’inizio era solo un passatempo, una passione: «Mi piaceva prendere la bicicletta - racconta Mirko - e uscire con i miei amici, per........

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