«Donare è aprire la porta al futuro». La storia di Valentina e un piccolo, grande gesto di speranza
LA STORIA. Valentina Mortellaro, prima l’iscrizione all’Admo, poi la chiamata quasi a sorpresa. In ospedale con la nonna.
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«Se allevierò il dolore di una vita / o guarirò una pena - dice una celebre poesia di Emily Dickinson - non avrò vissuto invano». Valentina Mortellaro, vent’anni, di Fiorano al Serio, nonostante la sua giovane età ha già deciso di dare questa linea alla sua vita: essere utile al prossimo, allargando lo sguardo sui più fragili.
È stato questo slancio del cuore a spingerla a iscriversi all’Admo (Associazione donatori midollo osseo, www.admo.it) e ad accettare di portare a termine la donazione, accogliendo una richiesta che l’ha colta di sorpresa, arrivata pochissimo tempo dopo la tipizzazione, un semplice test della saliva o del sangue che permette di individuare una possibile compatibilità.
Valentina ora vive a Roma in un appartamento condiviso con altre due studentesse e studia Scienze Politiche e Relazioni internazionali: una scelta compiuta con il desiderio di ampliare i suoi orizzonti, viaggiare, scoprire posti e culture diverse, ma soprattutto essere d’aiuto ad altri che si trovano in situazioni difficili, in condizioni di povertà e di svantaggio.
Valentina ora vive a Roma in un appartamento condiviso con altre due studentesse e studia Scienze Politiche e Relazioni internazionali
«Mi appassionano l’economia e le lingue – racconta Valentina – perciò ho frequentato l’istituto tecnico economico Romero di Albino. Tutta la mia famiglia è composta da donatori Avis, e attraverso di loro ho conosciuto l’Admo. A casa affrontiamo spesso i temi legati alla donazione. Così poco tempo fa, quando ho visto lo stand di Admo fuori dalla chiesa parrocchiale, in occasione di una festa di paese, ho deciso di andarci, insieme con mia sorella maggiore Martina, che studia Medicina. La minore, Giorgia, era ancora troppo giovane».
In quell’occasione Valentina e Martina si sono iscritte al registro dei donatori di midollo osseo, poi è passato un po’ di tempo e come spesso accade se ne sono dimenticate: «Poi un giorno mi hanno chiamato dall’ospedale - sorride Valentina -. È stata una bella sorpresa, mi hanno comunicato che c’era la possibilità che fossi compatibile con un paziente, convocandomi........
© L'Eco di Bergamo
