Alla Casa dell’Orfano di Clusone: «I compiti, il bagno nel Serio. Così la guerra restava fuori»
LA STORIA. I ricordi di cinque ex allievi, il ricercatore che li ha intervistati: «Lì si provava a realizzare una piccola utopia di cura».
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Clusone
Spaccati di vita quotidiana, in cui «non c’era un vero e proprio “clima da istituto”, con il controllo e la sorveglianza che ci si aspetterebbe». A dirlo è Fabio Fregona, di Castione della Presolana, che come dottorando in Management Accounting and Finance dell’Università di Bergamo ha intervistato alcuni ex allievi della Casa dell’Orfano di Clusone, nel centenario dell’inaugurazione. «Ho parlato – spiega – con cinque orfani di guerra tra gli 84 e i 95 anni. Erano nella Casa in tempo di guerra e nell’immediato dopoguerra. Vista l’età, si capisce bene che rischiamo l’oblio della memoria, anche se le storie degli allievi continueranno a vivere attraverso i figli e nipoti. Ma la nostra esigenza è quella di restituire “le”........© L'Eco di Bergamo





















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