«Carcere, un malessere che cresce nel silenzio. Ora servono risposte»
IL CASO. Gesto estremo di un detenuto. Altri quattro tentativi da inizio anno. I cappellani: «Fragilità in aumento, ma a livello nazionale poca attenzione».
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Dentro il carcere, superati i pesanti portoni dei corridoi, il trambusto e il silenzio s’alternano scandendo il tempo della pena. Accanto al vociare di reclusi e operatori e alle tensioni che periodicamente infiammano la convivenza penitenziaria, si scorge però anche un’assenza di rumore che inquieta.........
© L'Eco di Bergamo
