Crescono le truffe, ecco la situazione in Bergamasca
Il numero assoluto delle truffe a Bergamo e in provincia nel 2022 ha registrato un calo rispetto al biennio precedente, che aveva invece mostrato un aumento consistente delle frodi informatiche, probabilmente legato al lockdown.
Le truffe sono dunque tornate ai livelli pre-pandemia, con valori però già alti se confrontati con quelli degli anni precedenti. La diffusione delle nuove tecnologie ha infatti offerto ai malintenzionati tante nuove modalità per ingannare le proprie vittime: le truffe e frodi informatiche denunciate nel 2000 nella provincia di Bergamo sono state 512, per poi diventare 1787 nel 2010 e 2975 nel 2018.
Abbiamo chiesto ai nostri lettori su Instagram di condividere le loro esperienze, e dal nostro sondaggio risulta che solo meno di un terzo degli utenti non ha mai subito alcun tipo di truffa; il 32% invece è stato vittima di raggiri in rete, il 21% di inganni nel mondo reale e il 16% è stato invece truffato in entrambi i contesti.
Tra le truffe offline più temute, in prima posizione si piazzano quelle telefoniche, con quasi la metà dei nostri utenti che afferma di temerle particolarmente. Le chiamate ingannevoli vengono spesso associate a un altro fastidioso problema, con il quale si intrecciano: le chiamate commerciali indesiderate. Molti utenti le trovano moleste e faticano molto a distinguere le chiamate oneste da quelle provenienti da call centre che attuano pratiche tutt’altro che legali. All’inizio di quest’anno risalgono, per esempio, numerosi casi di call centre che hanno estorto agli ignari consumatori dei “sì” per la modifica dei contratti di luce e gas, portandoli a cambiare compagnia, perdere offerte vantaggiose e dover ricorrere a vie legali per veder rispettati i propri diritti.
Spaventano anche le possibili truffe porta a porta e i raggiri per strada, accomunati dal fatto che spesso i delinquenti fingono di essere chi non sono: poliziotti, infermieri, vecchi conoscenti… le vittime designate sono in maggior parte persone anziane e sole, ma non sempre. È capitato, per esempio, anche a Elena Carnevali, ex parlamentare del Pd, di ricevere una telefonata da un presunto maresciallo che riferiva di un incidente in cui sarebbe stato coinvolto il figlio.
I truffatori chiamano la vittima, dopo aver raccolto qualche basilare informazione sulla sua famiglia, e spacciandosi per forze dell’ordine o avvocati chiedono soldi per togliere dai guai parenti o amici
Il modus operanti infatti è sempre questo: i truffatori chiamano la vittima, dopo aver raccolto qualche basilare informazione sulla sua famiglia, e spacciandosi per forze dell’ordine o avvocati chiedono soldi per togliere dai guai parenti o amici. Sulla questione è molto diretto il questore Stanislao Schimera «C’è un aspetto che deve essere ben chiaro: la polizia e i carabinieri non telefonano mai a casa delle persone per chiedere soldi e tantomeno si presentano alla porta di casa. Sono delle truffe ed è bene non cascarci». Lo stesso trucco purtroppo funziona anche per i finti infermieri, che fingono di dover visitare le persone più fragili, o per i finti manutentori o rappresentanti di aziende di luce e gas, che chiedono di entrare in casa per controllare tubature, caldaie o perdite di gas. Le forze dell’ordine raccomandano, soprattutto quando si è soli........
© L'Eco di Bergamo
