Stop per il caldo, Bergamo non si ferma: «Le imprese non rispondano dei ritardi»
L’ORDINANZA. Da mercoledì è scattato il divieto regionale dalle 12.30 alle 16 nei giorni a rischio. Ma in tanti hanno lavorato. Costruttori e artigiani: «Attenti alla salute, ma le norme non sono chiare». Il Comune: «C’è il nodo opere urgenti».
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Bergamo non si è fermata, nonostante il divieto di lavorare all’aperto nelle ore più roventi, dalle 12.30 alle 16. In una Lombardia stretta nella morsa di un caldo record è entrata in vigore ieri (fino al 15 settembre) l’ordinanza urgente emessa dalla Regione a tutela dei lavoratori esposti alle alte temperature, costretti da giorni a resistere al sole e all’afa. Il provvedimento che fa seguito alla richiesta delle organizzazioni sindacali lombarde (Cgil, Cisl e Uil) disciplina «il divieto di attività lavorativa all’aperto tra le 12.30 e le 16 in aree edili, cantieri, cave, aziende agricole e florovivaistiche, limitatamente ai giorni in cui la mappa giornaliera pubblicata quotidianamente sul sito www.worklimate.it segnali un livello di rischio alto».
E così, sulla scia di altre Regioni d’Italia, anche l a Lombardia da ieri ha adottato lo «stop». Ma nella Bergamasca, complice i tempi ristretti, un malfunzionamento nella piattaforma worklimate e alcuni aspetti da chiarire, in molti hanno comunque lavorato anche nell’orario «proibito», adottando i soliti accorgimenti contro il caldo, come la frequente idratazione, le merende con i ghiaccioli e le pause all’ombra sotto gli ombrelloni.
In molti hanno comunque lavorato anche nell’orario «proibito», adottando i soliti accorgimenti contro il caldo
In città sono numerosi i cantieri aperti, soprattutto nell’edilizia, nelle infrastrutture e nei sottoservizi. E secondo i lavoratori che abbiamo incontrato ieri la miglior regola contro il caldo è il «buon senso». Durante l’orario di «stop» erano regolarmente attivi, tra gli altri, i cantieri per l’e-Brt (bus elettrici........
© L'Eco di Bergamo
