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Vuelle, il punto. Un lungo americano e Cinciarini, questa la ricetta giusta

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Pare che la situazione si stia un po’ assestando. Perché questa storia della guardia-play americana oppure del pivot, fa tornare alla memoria – per chi ha i capelli grigi – la storia di Dunbar e di Brady. Il primo un ’harlem’ che piaceva soprattutto ai giovanissimi: palleggio in mezzo alle gambe, cambi di direzione alla velocità della luce, finte, scarichi ed anche una certa verticalità. Fra le altre cose, aveva come agente il fratello di Klay Regazzoni, il pilota di Formula 1 che stava a Lugano. Il problema di Dunbar? Pesava 50 chili. L’altro, Ken Brady, non palleggiava in mezzo alle gambe, non faceva passaggi dietro la schiena, ma era un armadio di 2 metri e 10 con una massa muscolare che faceva spavento:........

© il Resto del Carlino