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L’ombra dei dazi sul Nord Est: il 25% costerebbe fino a 4 miliardi

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Dopo Canada, Messico e Cina, l’ombra dei dazi americani si allunga sull’Europa. Con impatti economici che rischiano di colpire sia settori in salute, come farmaceutica e alimentare, sia industrie in difficoltà, come automotive e lusso. Per quanto sia oramai chiaro l’uso strategico, più che commerciale, delle politiche tariffarie volute da Donald Trump, l’economia è destinata a subirne gli impatti in più direzioni.

Un dazio è essenzialmente una tassa sul consumo di beni importati, perciò, l’effetto immediato è un aumento dei prezzi sul mercato interno. A pagare questo aumento sono dunque i consumatori del bene finale, o le imprese utilizzatrici delle materie prime e dei beni intermedi. L’aumento dei prezzi riduce la quantità domandata di un bene in relazione al suo grado di sostituibilità con altri consumi, o con la produzione interna. Per capirci, un dazio sui farmaci o sulle materie prime agricole si ribalta immediatamente sulla spesa dei consumatori, riducendo il loro potere d’acquisto.

Anche nel caso ci siano imprese nazionali pronte a sostituire l’importazione, i prezzi aumentano, poiché i produttori interni – per definizione meno efficienti di quelli esteri, altrimenti non ci sarebbe stata l’importazione – rientrano in gioco solo grazie alla protezione assicurata dal dazio. La storia recente dei dazi americani, avviata nel........

© Il Mattino di Padova