Maratona dles Dolomites 2025, dalla luce a un messaggio di pace
Sono le 6 e 30 del mattino quando un fiume di ciclisti parte per la più amata granfondo del mondo,quest’anno il tema era “Lum”, luce.
Dove c’è luce, c’è ombra, una metafora che nel caso del ciclismo diventa un viaggio “filosofico” perché attraverso il pedalare ci si può anche elevare spiritualmente e può portarci ad una nuova consapevolezza della vita.
Nel mondo del ciclismo, dove il sudore incontra la determinazione, la luce e l'ombra si intrecciano in un delicato equilibrio, riflettendo non solo la sfida fisica dell'atleta, ma anche le profondità filosofiche della vita stessa. Ogni pedalata rappresenta un movimento verso la luce, verso il traguardo, ma è nell'ombra che si celano le sfide, le paure e le incertezze che accompagnano ogni ciclista.
La luce, simbolo di chiarezza e successo, si manifesta quando un ciclista raggiunge la vetta di una collina o taglia il traguardo di una competizione. È il momento in cui la fatica si trasforma in soddisfazione, dove il sacrificio viene ripagato. Tuttavia, per ogni istante di gloria, esiste un'ombra che racconta storie di cedimenti, di cadute e di momenti di dubbio. Qui, l'ombra diventa un maestro silenzioso, insegnando che il percorso verso la luce è raramente lineare.
Filosofi come Nietzsche e Kierkegaard hanno esplorato l'idea che l'oscurità è essenziale per comprendere e apprezzare la luce. Nel ciclismo, questo si traduce nell'accettazione delle difficoltà e delle sconfitte. Ogni ciclista sa che le ore trascorse ad allenarsi, le sfide........
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