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Napoli, l'idea di una nuova squadra

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De Laurentiis ha comprato i calciatori che gli sono stati richiesti. Conte ha una immagine internazionale da difendere che per lui vale molto di più dei soldi di contratto

Ho vissuto la prima parte della mia vita a sognare uno scudetto del Napoli. Impresa che sembrava impossibile e maledetta. Quante volte ci eravamo andati vicini poi un gol, una decisione arbitrale dubbia, ci avevano scacciati all’indietro, condannandoci al secondo posto, massimo obiettivo mai raggiunto in campionato. Ricordo una rete di Verza con cui la Juve sbancò il San Paolo, un autogol di Ferrario in casa contro un Perugia già retrocesso, un gol di Altafini (ex) negli ultimi minuti di un Juventus -Napoli in cui Totonno Juliano aveva pareggiato e aperto la strada al primo tricolore azzurro, subito sbarrata da «Core ‘Ngrato». Di questa partita vi dico anche la data perché è quella che forse mi ha fatto più male: 6 aprile 1975. Era il Napoli di Vinicio, il più bel Napoli mai visto giocare nella mia vita, non me ne vogliano Sarri e Spalletti. 

Poi arrivò lui, il D10S del calcio, vincemmo lo scudetto, la città impazzì. Tre stagioni dopo un altro scudetto, e fu storia; c’era sempre lui ma stavolta era un dio cadente. E poi? Anni bui,........

© Corriere del Mezzogiorno