Andrea Migliaccio: «Rovesciai il ragù, le presi dalla nonna. Ora guido le cucine stellate di Dubai»
Lo chef ischitano di nascita e caprese di adozione: «Porto nel mondo lo stile del Mediterraneo. Mi vanto di non apparire in televisione»
Ischitano di nascita, caprese dâadozione, ora cittadino del mondo: chef, ma antidivo. E dalla forte personalità . Andrea Migliaccio, classe 1980, non ha mai inseguito il successo attraverso gli effetti speciali. Ma ha sfruttato le opportunità che la vita professionale gli ha offerto con serietà e determinazione.
Passo dopo passo ha raggiunto un posto che gli può ora consentire di essere il cuoco italiano più influente del mondo: è da pochi giorni, infatti, il nuovo «Executive director â Culinary» di una delle catene più importanti al mondo del lusso (lâemiratina Jumeirah). Tradotto: supervisionerà lâofferta culinaria dei 163 ristoranti dei 31 hotel e resort super lusso, sparsi per il pianeta, del colosso dellâaccoglienza con quartier generale a Dubai.Â
Ha un sogno: «Portare ovunque unâimpronta discreta della grande tradizione culinaria del Mediterraneo». Perfettamente a proprio agio al bar degli Artisti, a lui familiare, di Anacapri, parla pacatamente della nuova esperienza e del suo cammino umano e professionale.Â
Baratterebbe il traguardo raggiunto con la conquista della terza stella Michelin, il riconoscimento più ambito per uno chef?
«Sono due obiettivi molto prestigiosi. Non credo, però, che siano in alternativa. Il nuovo ruolo mi offrirà lâopportunità , insieme con i rispettivi chef, di aumentare le performance dei ristoranti del gruppo».Â
Qualcuno da ringraziare?
«Sono grato alla mia famiglia, a mia moglie Simona e ai miei figli Davide e Luca. Al loro fianco colloco le persone che hanno creduto in me dal punto di vista professionale: primo, ma non unico, Ermanno Zanini, il mio general manager qui a Capri. Mi ha affidato responsabilità crescenti e garantito il necessario supporto».Â
Il nuovo incarico rappresenta anche il riconoscimento del primato della tradizione gastronomica italiana?
«Per quel che mi risulta non câè mai stato un italiano nel ruolo di supervisore........
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