Gaza senza diritti umani
Riceviamo e pubblichiamo l’intervista al Collettivo San Marino per la Palestina
Nella più antica repubblica del mondo, San Marino, un gruppo di cittadini e cittadine ha deciso già da tempo di unirsi per portare avanti la causa del popolo palestinese, costituendo il Collettivo San Marino per la Palestina che è stato contattato tramite mail e ha rilasciato un’intervista al nostro giornale . Il tema dell’intervista è abbastanza ovvio, visto il perdurare dell’accanimento abominevole di Israele sulla Striscia di Gaza: partendo dall’Ordine del Giorno del maggio scorso, con il quale il Consiglio Grande e Generale (il Parlamento sammarinese) ha approvato all’unanimità il riconoscimento formale dello Stato palestinese entro il 2025, ci si è confrontati con il Collettivo San Marino per la Palestina su temi di grande attualità che riguardano il dramma di Gaza ma anche il conflitto tra Russia e Ucraina, passando naturalmente per l’impegno sammarinese in politica estera. Il Collettivo San Marino per la Palestina ha dunque raccontato l’iter che ha portato alla formazione del gruppo, in maniera spontanea, in seguito alla violenta repressione attuata dallo Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese dopo il 7 ottobre 2023.
“Molti di noi erano già attivisti per la causa palestinese, altri invece hanno iniziato il loro percorso a partire dalla prima manifestazione che abbiamo organizzato l’11 novembre 2023 in Piazza della Libertà (piazza sammarinese dove si trova il Palazzo Pubblico che è la principale sede politica e istituzionale, ndr). Siamo un gruppo di cittadini indipendenti della Repubblica di San Marino che mette a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per sostenere la causa palestinese in modo libero e volontario. Siamo persone con differenze culturali, politiche e religiose, unite dal bisogno di non rimanere in silenzio di fronte al massacro del popolo palestinese. Per noi, il genocidio a Gaza, che si sta estendendo alla Cisgiordania e a Gerusalemme Est, rappresenta un momento cruciale per il diritto internazionale e per il nostro senso di umanità e giustizia”, spiega il Collettivo che non manca di sottolineare come, dall’inizio delle proprie attività, abbia destinato alle ONG ancora attive nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania circa 5.523 euro; si è inoltre messo in rilievo come abbia raccolto 700 firme per richiedere il riconoscimento dello Stato di Palestina nonché organizzato pacifiche manifestazioni di piazza, numerose opportunità pubbliche e gratuite di confronto e di dibattito. “Le nostre manifestazioni, i nostri eventi culturali ed informativi, l’attenzione che poniamo nel coinvolgimento dei bambini dimostrano con i fatti che il nostro intento è quello di accendere luci sulla causa del popolo palestinese e di dargli voce, dopo oltre 70 anni di soprusi”, prosegue il Collettivo entrando quindi nel vivo della questione in un confronto attivo con le domande poste.
Nel maggio scorso è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale un Ordine del Giorno con il quale la Repubblica di San Marino si impegna a riconoscere entro il 2025 lo Stato di Palestina, tenendo conto delle sollecitazioni provenienti dalla società civile, dal mondo associativo sammarinese e non ultimo da un progetto di legge intitolato “Riconoscimento dello Stato di Palestina” che fu depositato dal Movimento Rete un anno fa. Voi, come Collettivo San Marino per la Palestina, avete ancora più recentemente accolto con favore un comunicato di Libera nel quale si invita il Governo ad agire quanto più rapidamente possibile per avviare le pratiche burocratiche finalizzate a riconoscere de facto lo Stato palestinese. A che punto è tale iter........© Avanti!
