Italia e la corsa al riarmo: un errore strategico a discapito di sanità e istruzione
L’adesione italiana agli impegni NATO sull’aumento delle spese militari, ribadita nel recente vertice all’Aja, rischia di compromettere i settori pubblici fondamentali. Cresce la preoccupazione per tagli a sanità e istruzione. Al recente incontro dei paesi NATO all’Aja, l’Italia ha rinnovato il suo impegno a destinare il 2% fino al 5% del PIL alle spese militari, in linea con le richieste dell’Alleanza Atlantica. Una decisione che sta generando crescente dibattito, non solo sul piano geopolitico, ma anche – e soprattutto – su quello sociale ed economico interno. Mentre il governo presenta l’aumento delle spese per la difesa come un dovere verso la sicurezza collettiva e un rafforzamento della posizione internazionale del Paese, i numeri raccontano una realtà preoccupante: si parla di miliardi di euro in più ogni anno destinati al comparto militare, mentre settori vitali come la sanità pubblica e l’istruzione continuano a essere trascurati o oggetto di tagli sistematici. Il sistema sanitario italiano, già messo a dura prova dalla pandemia, continua a soffrire la carenza cronica di personale, attrezzature e risorse. Le liste d’attesa si allungano, i pronto soccorso sono al collasso e molti ospedali faticano a garantire i livelli essenziali di........
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