Giovani e sinistra
Sarebbe bello ci fosse rabbia. Spesso c’è semplicemente indifferenza.
Ragazzi col classico telefono in mano. Il mondo scorre veloce, chi ha tutto, chi ha niente.
I numeri sono freddi, ma dicono la verità. In Francia, uno su tre sotto i trent’anni vota per Le Pen.
In Germania, i giovani scelgono l’AfD più dei Verdi. Anche qui, in Italia, i dati sono chiari.
Fratelli d’Italia raccoglie consensi tra i giovani, specie tra i maschi. Un’analisi della Bocconi lo dice senza giri di parole: i ragazzi guardano a destra, le ragazze a sinistra.
Una spaccatura profonda. Una ferita.
Perché succede? È facile dare la colpa ai social. Ai video veloci.
Ma la verità è un osso duro: sta nella tasca vuota, nella busta paga leggera.
Sta nella casa che non puoi comprare.
La sinistra parla di diritti, di inclusione. Cose giuste.
Ma un uomo senza lavoro non si scalda con un discorso. Un ragazzo precario non mangia con la teoria.
Si sente solo. Si sente debole.
La destra gli offre un nemico. L’immigrato. L’Europa. La “lobby”. Un nemico semplice. Gli dà un capro espiatorio. E gli dà una bandiera- di più, una tribù.
E al di qua della barricata? Complessità.
Abbiamo dato la responsabilità. Abbiamo detto che il mondo è difficile. Che la lotta è lunga. È vero.
Ma un uomo che affoga vuole un salvagente. Non una lezione di nuoto.
La sinistra ha smesso di parlare di lavoro. O ne parla una lingua vecchia, di fabbriche che non ci sono più. Non parla ai ragazzi del food delivery. Non parla alle partite IVA. Non parla a chi........
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