Benvenuto Zohran, ricordatevi di Zohran
Ieri, siamo socialiste. Ieri, siamo socialisti.
L’entusiasmo è palpabile e, in una certa misura, comprensibile. La sinistra italiana, orfana di vittorie e assetata di simboli, esulta compatta. Dalle pagine dei quotidiani progressisti ai social network, è tutto un brindisi per “Zoran”, il nuovo sindaco di New York, che ha osato definirsi “socialista democratico” nel cuore pulsante del capitale. Un’onda di sollievo percorre la nostra comunità politica: vedete? È possibile. L’egemonia neoliberista non è invincibile. Si può vincere parlando di diritti, di salario minimo, di giustizia sociale.
Benvenuto, Zoran. La tua vittoria serve come acqua nel deserto. Serve a rompere l’asfissiante TINA (There Is No Alternative) che ha paralizzato il pensiero progressista per decenni, convincendoci che l’unica strada fosse una timida amministrazione del presente, un centrismo annacquato e privo di visione.
Oggi sono anche io parte del coro festante. Che la sinistra ritrovi la gioia di celebrare le sue vittorie è fondamentale, specie in un mondo globalizzato. Ma cerco di ricordarmi anche di quanto mi circonda, e non solo godere di gioia vicaria per una partita vinta da altri, su un altro........





















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