L’assenza della politica
I risultati delle regionali di Marche e Calabria certificano ancora una volta l’inadeguatezza
della proposta politica di centro sinistra. Ma soprattutto lo stato comatoso dell’ordinamento
democratico ridotto ad essere utilizzato ormai stabilmente solo da più o meno la metà delle
persone aventi diritto al voto.
Un livello di astensionismo tale che diventa esso stesso il risultato politico di riferimento,
falsando completamente l’istituto della rappresentatività.
La stessa maggioranza di governo si regge su un consenso minoritario, in termini di voti
assoluti, che sarebbero quelli che veramente contano, addirittura terzo su tre, con dodici
milioni di consensi dietro i tredici delle opposizioni ed i diciassette degli astenuti.
Questo perché le forze politiche nominalmente di istanze progressive risultano carenti di
quelle proposte atte a contrastare efficacemente, in termini elettorali quelle populiste,
sovraniste e/o proprio fasciste, delle destre.
Mentre tutto si terrebbe in una proposta alternativa di natura progressiva, libertà, diritti,
redistribuzione, ecologia, pace, solidarietà, in uno schema complementare e sinergico,
perfettamente in grado di sopravanzare agevolmente il presente livello elettorale, ripeto
ancora minoritario, della attuale destra di (s)governo.
Perché quello che manca e che si insiste a voler far mancare per logiche ormai di sole
sopravvivenze politiche personali, è il recupero di un sano, fisiologico, democratico e pacifico
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