L’accordo (a perdere) con Trump (parola non garantita): la globalizzazione è finita e l’Europa paga il conto
L’Unione europea si è accordata con Donald Trump: più che un’intesa commerciale è un patteggiamento politico. Un dazio medio del 15% sulle merci europee — tre volte il livello preesistente — accettato in cambio della promessa di acquisti miliardari di gas liquido e armi statunitensi. Bruxelles rivendica di aver evitato una guerra economica, ma il sapore è quello della resa. La narrativa ufficiale è quella della “stabilità nei rapporti transatlantici”, ma, sotto la superficie, l’Europa si è inginocchiata: ha rinunciato a difendere un principio (il libero scambio) e ha accettato condizioni imposte unilateralmente da un partner sempre più aggressivo. Il tutto per non affrontare l’alternativa: il rischio di una crisi sistemica e di uno scontro diretto.
Concessioni che indeboliscono
Le concessioni fatte da Ursula von der Leyen, nel tentativo di fermare l’emorragia, parlano da sole: zero dazi per alcune merci Usa, acquisti forzati di LNG (gas naturale liquefatto) e armamenti, investimenti diretti promessi per centinaia di miliardi. L’Europa esce dall’accordo più dipendente, non più autonoma. E l’Italia? Subisce. L’agroalimentare, per........
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