Connettere un territorio frammentato: idee per la mobilità veneziana del futuro
Viviamo la complessità di un territorio estremamente eterogeneo in cui le esigenze della città d’acqua e della città di terra spesso divergono e finiscono per non creare una società unita ed esprimere una classe dirigente forte e determinante a livello regionale e nazionale.
Credo che la realtà d’acqua e la realtà di terra, se unite in modo indissolubile e armonizzate nelle proprie specificità e progettualità, potrebbero uscire dalla impasse attuale e, per la prima volta, formare una società politicamente e socialmente unita e forte. Per fare questo la prima esigenza è connettere un territorio oggi totalmente frammentato, peggio collegato e meno unito rispetto a trent’anni fa.
Le poche opere pubbliche costruite nella città Metropolitana hanno per paradosso allontanato Mestre da Venezia, come l’Ospedale all’Angelo che è stato posizionato ai confini con la Provincia di Treviso, o il parco di San Giuliano che, insieme a Porto Marghera, crea una area di separazione tra la città d’acqua e la città di terra.
Pensateci: il Ponte della Libertà si percorreva con limite a 90 km/h, da........© La Nuova di Venezia
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