Uno, nessuno e centomila decreti
Si ha l’impressione che alcuni sistemi stanno in piedi semplicemente per inerzia o per mancanza di alternative. Il principio della dinamica insegna che un oggetto in movimento rimane in quel moto sinché una forza esterna non agisce su esso.
È ciò che si vede in un sistema zoppicante, coinvolto ultimamente in guerre perse per logica ed efficienza. Si vede in scenate sfarzose da telenovela per mantenere acceso il motore mentre la gravità senza alternative tira giù il sistema. Si vede nella passività delle persone, particolarmente quelle che si definiscono ‘apolitiche’. Un controsenso: si può essere apartitici nella propria imparzialità, giudicare i progetti e non la bandiera (o anche ‘molto delusi’) ma apolitici per le norme che lasciano un segno nelle proprie esistenze è illogico.
Si avverte anche un’inerzia nel groviglio giuridico/ burocratico il quale, volenti o nolenti, ci tocca. Una folle maratona velleitaria in un labirinto per la sopravvivenza del cittadino. Chi non ha provato la sensazione di stare in una ruota per criceti? Quante le energie, opportunità sprecate, e costi?
Le leggi servono, sono la spina dorsale di una società, e se vediamo il bicchiere mezzo pieno anche in quantità, in teoria potrebbero portare a dei vantaggi quali maggiore tutela e trasparenza per i cittadini. L’eccesso di normative tuttavia diventa intricato, complicato e contradditorio nonché lento: il troppo stroppia. In particolare, nella pubblica amministrazione dove la mancata soppressione di leggi concorrenti, una volta approvata una nuova norma, pesa. Pesa anche il notevole ricorso ai decreti legge che, in teoria, andrebbero usati in casi straordinari di necessità e urgenza (cfr. art. 77 Costituzione). Il decreto legge, in quanto atto del governo, necessita di una legge di conversione- a volte con........
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