La bottega invisibile di ChatGPT: quando l’intelligenza artificiale smette di correre
Non immaginavo che, dopo due anni di uso regolare di ChatGPT, avrei scoperto, per caso, una “modalità” nascosta. Non è un trucco, né una funzione riservata agli esperti. È qualcosa di più sottile: il modo in cui si può cambiare la relazione con l’intelligenza artificiale.
Siamo abituati a usarla come fosse un motore di ricerca evoluto: domanda, risposta. Veloce, funzionale, spesso brillante. Anch’io, confesso, lo faccio così. Poi, mentre lavoravo su un progetto personale. complesso, impossibile da risolvere con un colpo di bacchetta, mi sono ritrovata a scrivere, senza pensarci troppo: “Prenditi pure tutto il tempo che vuoi, qualità e densità prima di tutto.”
Non era un comando. Non era nemmeno una richiesta formale. Era solo un gesto di fiducia, come se stessi parlando con un collega di carne e ossa. E lì è successo qualcosa. La risposta di ChatGPT è stata: “Bene, allora prenderò davvero il tempo (simulato) per leggere e lavorare con cura.” Mi sono fermata di colpo. Simulato? Ma quindi? Sta prendendo........
© Varese News
