Tutti papisti con il Papa degli altri
Mentre decine di migliaia di persone affollano San Pietro per un ultimo saluto a papa Francesco, morto il Lunedì dell’Angelo alle 7.35, su giornali, social e occasioni pubbliche assistiamo ad almeno altre due processioni: quella di chi – premettendo in maniera più o meno esplicita il classico “non credo, ma…” – vuole spiegare il Papa agli altri; e quella di chi, per celebrarlo, ha già iniziato a raschiare il fondo del barile con interviste e commenti improbabili.
Quegli articoli pronti da mesi pubblicati tutti insieme
Cominciamo dalla seconda. La lunga malattia di Jorge Mario Bergoglio aveva allertato le redazioni già da tempo: direttori, capiredattori e vaticanisti da mesi stavano cucinando inserti speciali, prime pagine, approfondimenti, interviste, ricordi da pubblicare nel momento in cui il pontefice sarebbe morto.
Ma poiché i giornalisti sono affetti da horror vacui, e l’epoca dei social ha modificato in profondità i tempi con cui si sceglie di pubblicare o non pubblicare un contenuto, nelle prime ore dopo la morte di Francesco i media si sono giocati praticamente tutto il “cassetto”, come si chiama in gergo l’archivio di articoli pronti per essere pubblicati. Pagine e pagine dedicate al Papa sui giornali cartacei, ore di servizi già pronti e commenti live in tv, decine di articoli online.
Il “Papa dello street food” che imbarazzava gli altri in ascensore
Il conclave però è lontano e ci sono ancora molte pagine da riempire, ecco allora spuntare il genere degli aneddoti superflui per dire “era uno di noi”. Dall’Ansa: «Addio a Francesco, il Papa amante dello street food: dal mate alla pizza passando per le empanadas argentine, che gli venivano preparate dalle transgender latino americane». Il © Tempi
