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Se le scuole statali si svuotano non è solo colpa della crisi demografica

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sunday

Narrano le cronache del giornale locale che nel mio paese, non vi dirò quale perché vorrei che assumesse quasi un ruolo e una funzione paradigmatica nella questione cui voglio accennare, la scorsa settimana un consigliere, credo di Forza Italia, è intervenuto in Consiglio comunale sul decremento demografico e sul conseguente calo delle iscrizioni nelle scuole elementari e medie dello Stato.

Tanto per essere più precisi, dirò che questo mio paese, né piccolo né grande, si trova in Brianza, a nord di Milano, lungo la superstrada che porta ai laghi, al confine con la provincia di Lecco.

Dunque, qui la situazione è appunto tale da essere, credo, paradigmatica. Calo sempre più vertiginoso delle iscrizioni, aule che si svuotano, palestre e servizi che rimangono inutilizzati, costi che rimangono invariati e di conseguenza, percentualmente, esorbitanti. Tanto che l’amministrazione comunale sta pensando per intanto di accorpare i plessi. Che farne, poi, di tutto il ben di Dio rimasto vuoto, si vedrà.

Differenze tra scuole statali e scuole libere

Embè, direte voi, che c’è di nuovo? Non è così in tutt’Italia? È vero. C’è però che, in questo paesotto brianzolo, si dà una ricca presenza di scuole libere (un tempo si sarebbero chiamate “private”) di ogni ordine e grado. Dalle materne, elementari, medie, per passare alle professionali e finire al liceo. Ebbene succede che, mentre nelle scuole statali gli alunni calano e calano, nelle scuole paritarie crescono e crescono. Tanto che mentre, diciamo così, nelle scuole dirimpettaie si pensa alle dismissioni degli spazi, nelle paritarie si è costretti a contorcimenti vari e vite d’inferno per trovarne di sempre nuovi.

Nel suo intervento il consigliere di Forza Italia ha puntato il dito sul fatto che troppo spesso chi opera nelle scuole statali è come se ritenesse il proprio ruolo e la propria funzione “dovuta”, “scontata”. Tanto da non preoccuparsi di rendere attrattiva la propria offerta formativa. O, addirittura, da non preoccuparsi affatto. Tanto, dice, siamo lo Stato, di riffa o di raffa sempre qui devono venire. In più siamo gratis… Diversa la temperie, suggerisce sempre quel consigliere nel suo intervento, dove il soggetto educatore che è la famiglia sceglie la scuola in forza della sua offerta formativa.

E, sempre per proseguire nel confronto, aggiunge due piccole note il consigliere: nella prima è messa a paragone la conduzione di entrambe. Da una parte una........

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