Perché nel Regno Unito si torna a parlare di stupri di massa insabbiati per anni
Di cosa parla Keir Starmer quando accusa Elon Musk di diffondere «bugie e disinformazione» e l’opposizione di «salire sul carrozzone» e «amplificare ciò che dice l’estrema destra» a proposito dello stupro di migliaia di ragazzine bianche da parte di uomini per lo più di origine pakistana e musulmana nel nord dell’Inghilterra?
Parla del più grave scandalo di abusi sui minori nella storia del Regno Unito, il “più grande crimine in tempo di pace” nell’Europa moderna. Di una “cospirazione silenziosa” che ha coinvolto polizia, assistenti sociali, funzionari del ministero dell’Interno, consiglieri e membri locali del Parlamento, esponenti laburisti, ong e media della bolla di Westminster. Che per anni hanno ignorato (quando non respinto e insabbiato in nome del multiculturalismo) le richieste di aiuto di vittime, genitori, coraggiosi giornalisti, a loro volta accusati di disinformazione e di “sensazionalizzare” presunte fake news attribuite all’estrema destra.
Lavare i peccati “storici”, negare gli orrori del multiculturalismo
Parla di una pagina di storia inglese che tutti conoscono. Ma che a certe latitudini politiche – le stesse che negli ultimi anni hanno sostenuto con fiumi di inchiostro, azioni e campagne pubbliche la frenesia del movimento Blm, #MeToo, il transgenderismo e l’espiazione delle colpe dell’uomo bianco razzista, colonialista e stupratore – non suscita altrettanta apprensione. Eppure non si tratta, come ha ben scritto lo Spectator, di “peccati storici” come la schiavitù o il colonialismo, ma di vicende che «stanno accadendo in Gran Bretagna proprio ora. I tentativi dello Stato britannico di evitare di alimentare le “tensioni comunitarie” sono stati una ricetta perfetta per infiammarle. L’immigrazione di massa e il multiculturalismo sono stati un disastro. È orribile affrontare questo, ma dobbiamo farlo».
Non ci sono solo i tweet di Musk che il 3 gennaio scorso, nell’ambito della sua recente strategia di attacco ai leader progressisti europei su X, ha accusato Starmer e i laburisti di complicità nell’insabbiamento iniziale degli abusi, invitando il premier a «dimettersi». C’è un precedente enorme. C’è lo sgomento che travolse un intero paese quando il Times pubblicò la sconvolgente inchiesta di Andrew Norfolk, che aprì il vaso di Pandora e diede avvio alle indagini su Rotherham, cittadina del South Yorkshire. Perché allora, proprio come fecero colleghi politici di quel periodo, Jess Phillips, sottosegretaria per la Salvaguardia e la Violenza contro Donne e Ragazze, ha respinto la richiesta del Consiglio di Oldham, sobborgo di Manchester, di avviare un’inchiesta governativa sulle gang di stupratori che hanno operato nella città?
Starmer was deeply complicit in the mass rapes in exchange for votes.
That’s what the inquiry would show. https://t.co/IVML26ygAg
L’incubo delle “grooming gang” riacceso dalle accuse di Musk a Starmer
Ora è la leader conservatrice Kemi Badenoch a chiedere un’indagine nazionale, consolidando la posizione granitica delle sinistre europee (e di Nigel Farage in primis) ogni volta che c’entra Musk: non date da mangiare ai troll. Tuttavia questo ha poco a che vedere col fatto che nessuna delle raccomandazioni emerse dalle indagini già svolte sia stata implementata né dalla destra (Boris Johnson definì i fondi spesi per indagare sugli abusi “spaffed up a wall” e bloccò la pubblicazione di ulteriori indagini) né dalla sinistra (vedi le dichiarazioni “improvvise” di Yvette Cooper sull’inasprimento delle pene per abusatori e........
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