Fallimento di una nazione, vittoria dello statalismo: il Superbonus
Siamo un Paese meraviglioso, ma per le ragioni sbagliate. È appena trascorso il 150esimo anniversario della nascita di Luigi Einaudi – il 2024 è stato anche l’anno in cui ricorrevano i 70 anni dalla morte di Alcide De Gasperi – ma dei suoi insegnamenti e del suo tipico buon senso liberale non v’è traccia. D’altronde, come afferma lo scienziato sociale americano Thomas Sowell, se l’economia insegna che l’uomo avrà sempre a che fare con la condizione di scarsità, la politica punta proprio in direzione opposta: l’economia è creatività, la politica serve alla sua implementazione.
Il Movimento 5 Stelle, o quel che ne è rimasto, ne è la realizzazione pratica. Tutto può essere fatto, a patto che lo si voglia. E che non si guardi alle conseguenze, talvolta davvero facili da immaginare, delle scelte scellerate compiute. L’esempio del Superbonus calza a pennello. Lo Stato, quest’entità fittizia meravigliosa che vive dei soldi dei contribuenti in carne e ossa, rimborsa e anzi dà più soldi di quanti un individuo ne spenda per una ristrutturazione edilizia. Se non siamo in Alice nel Paese delle Meraviglie poco ci manca…
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