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La sinistra e la mazzolata referendaria autoinflitta

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10.06.2025

Polarizzi un referendum trasformandolo in un messianico e confusionario tentativo politico di spallata anti-governativa, pur sapendo bene quale sia la consistenza storica dell’interesse popolare per i referendum abrogativi.

Cianci di astensione come morte della democrazia e dell’impegno civile (manifestando contorsioni mentali da labirinto borgesiano sul valore del “dovere civico” del voto) quando pochi anni prima la ritenevi fulgido sale della democrazia oppure, più prosaicamente, invitavi convinto all’astensione, dimostrando come e quanto “convenienza di parte” e strumentalizzazione per biechi fini di norcineria istituzionale fossero le uniche cose di tuo interesse.

La “spallata”

Elevi la comunicazione a manichea contrapposizione tra luce e tenebra, mescolando di tutto e di più (l’appello al voto al termine della manifestazione per Gaza deve essere una nuova forma di intersezionalità referendaria), e con ciò rendendo la tornata elettorale ancora più respingente e indigesta.

Elabori, per bocca di Boccia, una mistica algebra politica con arzigogoli alchemico-computazionali e dici che se viene raggiunta una certa percentuale, probabilmente rinvenuta tra le pagine del Necronomicon, la Meloni dovrebbe comunque dimettersi.

Era la formula liturgica della spallata, dell’avviso di sfratto, perché in questo caso lo sfratto torna a piacerti, mica come quando c’è un occupante tumulato dentro una casa altrui.

E invece nessuno sfratto, nessuna spallata, se non quella che hai dato da solo contro il muro della cruda realtà: ciò che resta alla fine è solo il........

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