Caso Salvini: quali effetti sulla trasferta in Sicilia?
Non sapremo mai se la trasferta alla quale Matteo Salvini ha avviato mezza Lega verso quel della Trinacria gli sarà di giovamento oppur meno alle sue sorti d’imputato. Non lo sapremo mai, perché mai si potrà stabilire, non solo cosa sarà passato in questi giorni nella testa dei giudici che compongono silenziosamente il collegio chiamato a decidere delle sue peripezie processuali: se cioè sarà condannato o meno. Ma anche perché la decisione – c’è da scommetterci – giammai farebbe nelle sue motivazioni trapelare il benché minimo riferimento alla manifestazione leghista in quel di Palermo, con tanto di cena in un bel ristorante aggettante sul mare: non fa parte della realtà processuale.
Io al Salvini non avrei consigliato l’iniziativa. Essa può al più dispiegare qualche fiacco effetto sul versante della politica. Fugaci immagini da telegiornale, articoli su non più letti quotidiani, reazioni contrastanti sui social, con tanto di battute becere, solidarietà di maniera, qualche fanatismo, uomini che si mettono già all’opera per sostituirsi al Capitano, quando dovesse cadere. Certo, quella clip in cui dice di ‘non aver paura’ non gli ha fatto granché bene: quando s’avverte la necessità di negare un sentimento, generalmente quel sentimento non solo lo si prova, ma dilaga in te, al punto che cerchi, oggettivandolo, d’allontanarlo. Operazione che in genere non riesce. Ma così stiamo scendendo nella psicologia del Salvini, e non è molto........
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