Dalla wall-of-fame alla wall-of-infame
Una delle migliori idee per stimolare il progresso fu quella di "premiare" l'eccellenza. In epoca classica agli atleti vincitori venivano erette statue. In epoca moderna esistono premi prestigiosi, stelle sui marciapiedi, classifiche mondiali o locali. Tutto per mettere in evidenza l'eccellenza, creare modelli (e spesso miti) cui ispirarsi per far bene e dare dare di più.
Senza entrare nel merito delle derive patologiche di questo sistema (classifiche taroccate o comprate, accordi di cartello, lobbying e imitazione patologica di modelli stereotipati etc) "il sistema" del mettere in luce l'eccellenza pare abbia funzionato, tutto sommato.
Vi è però un vulnus: non tutti ambiscono all'eccellenza. Specie nel settore pubblico. E quando si è legato il "premio economico" alla performance il sistema immaginato per premiare è stato ribaltato dalla massificazione tipica della pubblica amministrazione: invece di premiare l'eccellenza, basta semplicemente che tutti siano eccellenti così tutti hanno il premio. Basta vedere le vere performance in termini di servizi ai cittadini per capire come il sistema in sé sia taroccato. A fine anno si assiste a valutazioni che, in media, arrivano al 98% dei dipendenti pubblici che ottengono il 100% del punteggio (e ottengono all'incirca due mensilità di premio).
È evidente la differenza: una........
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