Il capodanno degli uomini non vale quello del polpo
Come è noto festeggiamo arbitrariamente il capodanno per dare un ordine cronologico al tempo, la cui peculiarità dominante è invece che scorre, inesorabilmente e indipendentemente da noi. Scriveva il grande fisico statunitense John Archibald Wheeler che "il tempo è il mezzo di cui la natura dispone per impedire che le cose avvengano tutte in una volta". Ecco, abbandoniamo un anno per entrare in quello nuovo come un affluente lascia il suo corso per far parte di un fiume più grande che lo accoglie e con cui proseguirà il suo cammino. Avere il punto di repere di questa fittizia aurora boreale mondiale costituita dal capodanno ci permette anche di attribuirci una breve e arbitraria innocenza, come se quell'ultimo fatidico istante dell'ultimo fatidico giorno dell'anno permettesse a tutta l'umanità una catarsi salvifica, a mo' del rito magico della purificazione inteso a mondare il corpo e l'anima da ogni contaminazione proprio come nell'antica Grecia.
Tutto sembra quasi dover ricominciare da zero, come se gioie e dolori si annullassero in virtù del breve e impercettibile spostamento di una lancetta, e il futuro ci dovesse riservare solo il bene. È il grande rammarico che provo a ogni........
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