menu_open Columnists
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close

Dieci anni dopo, ecco cosa resta dell’Accordo di Parigi sul clima. Perché il bicchiere è mezzo pieno

4 9
thursday

Parigi, 11 dicembre 2025 – In dieci anni il volto di Parigi è cambiato radicalmente: meno macchine, più verde, la Senna balneabile e una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 25%. Fedele allo spirito dell’omonimo Accordo sul clima, approvato il 12 dicembre 2015, la capitale francese ha provato a dare l’esempio, ma il resto del mondo non ha seguito i suoi passi.

“La nostra è una responsabilità storica: siamo la prima generazione a prendere coscienza del problema e l’ultima a poter agire”. Le parole dell’allora ministro degli esteri francese Laurent Fabius, presidente della COP21, sono invecchiate male. Nel 2015 gli occhi del mondo erano puntati su Parigi. Un mese dopo i terribili attentati ai bar e al Bataclan e in un’inedita atmosfera di solidarietà e collaborazione multilaterale, i rappresentanti di 195 Paesi approvarono un testo imperfetto, ma capace di rallentare l’aumento inesorabile delle emissioni di gas serra mondiali. “Il 2015 è stato un po’ l’età dell’oro del multilateralismo, con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, un allentamento delle relazioni sino-americane e un’Europa molto impegnata sul clima”, ricorda Laurence Tubiana, economista e inviata speciale per l’Europa alla COP30 in Brasile, tra le principali fautrici del testo.

L’obiettivo principale dell’Accordo, succeduto al Protocollo di Kyoto: mantenere la temperatura mondiale abbondantemente sotto ai 2°C, non oltre 1,5°C. Dieci anni dopo, questo impegno è ormai quasi fallito. Nel 2023,........

© Quotidiano