Una legge per il voto a misura di elettori
Non fatta la legge, trovato magari non l’inganno, ma l’artifizio. Visto che il premierato sembra impantanato nelle sabbie mobili del Parlamento, il premier Giorgia Meloni, in attesa del semaforo verde - che rischia di accendersi solo nella prossima legislatura -avrebbe trovato una scorciatoia. Che passa per la legge elettorale. A molti di voi lettori l’argomento provoca l’alopecia a chiazze. Già andare a votare interessa sempre meno, figuriamoci addentrarsi nei meccanismi che regolano la scelta di coloro chiamati “rappresentanti del popolo”.
Eppure, proprio la norma può essere una delle ragioni per la disaffezione: se infatti si tolgono le preferenze (sparite ormai da illo tempore) gli eletti non li scelgono i cittadini, bensì le segreterie di partito che decidono le posizioni in lista. A questo punto tanto vale che facciano tutto loro, senza scomodare la gente.
L’idea che Meloni avrebbe sottoposto anche ai rivali del Pd, principale forza di opposizione, a quanto dato a sapere, non approfondisce la........
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