Hirsch, l’oblio dopo la persecuzione. Un progetto per restituirlo a Ferrara
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cronaca
Ferrara È la mattina del 15 novembre 1943, i corpi di otto ferraresi uccisi all’alba per rappresaglia dai fascisti, sono ancora accasciati davanti al muretto del Castello, lasciati in bella vista come monito. La signora Lucia Bazzanini, come ogni mattina, si sta recando a fare la spesa per la famiglia presso la quale è da anni impiegata come domestica. Un conoscente la ferma e le dice di non andare in piazza, che ci sono dei morti e tra loro anche il signore ebreo per il quale lavora. Lucia è stupita, ma non si scompone, perché sa che Renato Hirsch è a casa in pigiama, dove lo ha appena salutato, vivo. Ma torna di corsa, lo avvisa e lui, capendo di essere in pericolo, le affida le chiavi e con quel poco che ha, lascia la casa di via Porta Mare, entrando in clandestinità e salvandosi per un soffio dalla furia vendicatrice che si era abbattuta sulla città. Questo aneddoto inedito è arrivato fino a noi grazie al lavoro di ricerca di Licia Vignotto, responsabile di Interno Verde, che proprio esplorando i giardini........
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